di Daniele Spagnol
Dopo l’ennesima proroga finalmente l’esame di abilitazione alla professione di Spedizioniere Doganale/Doganalista vede la sospirata luce. E’ però altrettanto vero che il susseguirsi di proclami e smentite non possa che disincentivare chiunque ad intraprendere una professione che invece dovrebbe ricoprire un ruolo sempre più strategico e fondamentale nella filiera del commercio internazionale. Da una Ricerca effettuata da Susanna Giulia, che si è presa cura di interpellare i maggiori ordini professionali nazionali, è emerso infatti come tutti gli Albi professionali possono disporre di sessioni annuali, se non semestrali, per l’esame di Stato. Chi volesse invece intraprendere la professione di Doganalista si trova davanti a tempi del tutto incerti che non fanno altro che dirottare il neo diplomato o laureato verso specializzazioni ed interessi professionali per un più immediato inserimento nel mondo del lavoro. Un’enorme dispersione di professionalità nel mentre l’anello doganale sta diventando sempre più fondamentale per una corretta pianificazione aziendale. Ma come possiamo porre rimedio a questa criticità del tutto “straordinariamente unica”? Ce lo spiega Elena Di Benedetto- export manager – che non si è certo scoraggiata ma ha sfruttato le nuove opportunità che stanno nascendo con l’entrata del nuovo codice dell’Unione.
Elena, abbiamo capito che anche lei non può attendere 18 mesi di tirocinio per poi non avere la più pallida idea di quando farà l’esame.
In effetti ho sempre voluto tradurre la mia passione per la materia doganale in un qualcosa di spendibile professionalmente ma purtroppo è vero, l’abilitazione non corre di pari passo con l’esigenza mia e di quella dei mercati.
E quindi?
Ho seguito con attenzione l’evoluzione del nuovo codice e ho intravisto un’opportunità del tutto nuova, che poi rappresenta forse l’unico scenario futuro percorribile.
Ci spieghi meglio
Mi sono incuriosita ed ho approfondito un pochino la figura dello Spedizioniere Doganale negli altri Paesi dell’Unione Europea. In particolare, nell’estate 2014, durante una vacanza a Barcellona, ho visitato il COACAB (Colegio Oficial Agentes y Comisionistas de Aduana de Barcelona) ed ho chiesto informazioni circa corsi di aggiornamento on line riguardanti alcune delle materie oggetto del concorso per Spedizionieri (soprattutto commercio internazionale, diritto tributario, diritto doganale, logistica, giurisprudenza dell’Unione Europea in materia doganale, eccetera).
Sono stata accolta dal Direttore dello stesso COACAB che mi ha spiegato il suo progetto. Dopo aver ideato e promosso corsi presenziali di preparazione all’esame di Doganalista presso l’Università di Barcellona, stava progettando la prima edizione di un corso on line per consentire la preparazione anche a tutti coloro che già stavano lavorando. Mi sembrava che questa novità fosse proprio fatta su misura per me e così da ottobre 2014 a luglio 2015 mi sono immersa in un percorso di 750 ore nel codice doganale (comunitario ma anche dell’unione), nel diritto tributario, nella logistica e così via.
Nonostante la modalità di insegnamento on line, i voti si sono basati solo parzialmente sulle relazioni e sui casi pratici svolti a casa al termine di ogni argomento (più o meno una volta a settimana/dieci giorni). La parte principale della valutazione si è fondata su esami presenziali organizzati ogni tre mesi e su una tesina finale (non si può dire che non abbia viaggiato un po’ ….).
Quindi un interesse tra il migliorarsi professionalmente e “certificare” queste conoscenze
All’inizio il mio obiettivo principale era poter acquisire maggior sicurezza sul lavoro. Occupandomi di esportazioni e di importazioni in un’azienda del pordenonese, volevo diventare più precisa ed attenta, saper leggere con maggior consapevolezza i documenti che gli Spedizionieri Doganali normalmente richiedono per effettuare le operazioni (mandato, dichiarazione dual use, libera importazione, DV1, solo per citarne alcuni), conoscere i casi in cui si chiede un EUR 1 o un ATR, sapermi muovere tra CMR e Bill of Lading, eccetera.
Vedendo, poi, a margine del diploma “El presente título se ha impartido…..en relación a la superación de las pruebas habilitantes por la Agencia Tributaria para el ejercicio profesional como representante aduanero” mi sono detta che vale la pena provare a fare un passo in più verso il mio sogno. Ho aspettato l’uscita del bando di concorso nel BOE (Boletin Oficial de Estado) il 28 luglio 2016 e proprio una settimana fa ho presentato i documenti all’AEAT (Agencia Española Administración Tributaria) per provare finalmente il concorso per Spedizioniere Doganale tra la fine del 2016 ed i primi mesi del 2017.
Ma in termini di conversione alla legislazione nazionale ci sarà poi pieno riconoscimento?
Le difficoltà da superare non sono poche. Innanzi tutto l’iscrizione al concorso in Spagna richiede comunque una serie di formalità da rispettare. Bisogna avere un numero identificativo, da ottenere presso il Consolato, per richiedere delle credenziali all’Agenzia Tributaria ed avere accesso a quella che viene chiamata “Sede Elettronica della AEAT” per inviare tutta la documentazione (non poca) via telematica. Oppure è necessario portare i documenti di persona. In ogni caso bisogna fare un’estrema attenzione a non commettere nemmeno un errore nella compilazione, pena l’esclusione dal concorso.
Per quanto riguarda la conversione non saprei dire se ci sarà pieno riconoscimento, bisogna approfondire la normativa. Sarei già molto contenta di essere ammessa al concorso e di superarlo, se non altro per completare un percorso formativo al quale mi sono dedicata con passione.
Gli aspetti positivi che si porta dietro?
È stata un’esperienza meravigliosa, non solo da consigliare ma, perché no, da copiare anche qui in Italia.
In primo luogo studiare e lavorare mi ha permesso di raccogliere subito i risultati dell’impegno. Le prime soddisfazioni sono state nell’ambito del lavoro dove ho potuto trasferire all’Azienda le conoscenze acquisite trasferendo anche la consapevolezza del “momento doganale” di un’operazione con l’estero.
Con i compagni di corso (prima virtuali, poi reali perché conosciuti in occasione degli esami presenziali) è nato un rapporto di collaborazione splendido, abbiamo fatto dei piccoli gruppi su Linkedn e Whatsapp e ci sentiamo spesso per consulenze “last minute”, aggiornamenti. Ci scambiamo appunti via mail o consigli su pubblicazioni inerenti la nuova normativa doganale.
C’è poi l’aspetto linguistico: imparare tutta la terminologia tecnica in spagnolo è stata una bella sfida ed è comunque spendibile anche in eventuali esportazioni/importazioni in America Latina.
Ultimo, ma non meno importante, il fatto di aver studiato la materia doganale in uno Stato Membro e di applicarla in un altro mi ha permesso di vedere che Spagna ed Italia sono molto simili dal punto di vista della gestione e delle procedure doganali. Sarebbe interessante poter fare un confronto anche tra Spagna, Italia e Paesi come Polonia, Slovenia, Repubblica Ceca, ad esempio, per capire se davvero c’è una convergenza ed un’uniformità nell’applicazione della normativa.