Rapporto tra spedizioniere doganale, digitalizzazione e difesa cyber?

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Rapporto tra spedizioniere doganale, digitalizzazione e difesa cyber?

A Trieste autorità, professionisti, doganalisti esperti e giovani studenti pronti ad inseguire il vento del cambiamento

 

TRIESTE – Sabato 19 marzo 2022. Nella splendida cornice del Savoia Excelsior Hotel, a pochi passi dalla suggestiva piazza Unità d’Italia, vede la luce, dopo settimane di intenso ed incessante lavoro, il convegno proposto ed organizzato dall’Associazione e dal Consiglio Territoriale degli Spedizionieri Doganali del FVG dal titolo “Lo Spedizioniere Doganale – Digitalizzazione e Difesa Cyber nella logistica delle merci”.

 

Una mattinata formativa finalmente in presenza, ma accessibile anche da remoto per i Colleghi più lontani, che ha potuto contare sulla partecipazione di relatori d’eccezione, quali l’Ing. Laura Castellani, il Dott. Ivano Di Santo, l’Avv. Piero Bellante, il Presidente del CNSD Dott. Enrico Perticone, ed illustri ospiti come il Direttore interregionale per il Veneto e il Friuli Venezia Giulia Dott. Davide Bellosi, il Direttore interregionale per l’Emilia Romagna e le Marche Dott. Franco Letrari, i Dirigenti degli Uffici delle Dogane di GO e TS, le massime cariche delle categorie degli spedizionieri doganali, il Presidente Assocad Bruno Pisano, il Presidente Anasped e Confiad Massimo De Gregorio, il Presidente dell’Astra FVG Stefano Visentin, le autorità militari ed i rappresentanti istituzionali del Porto di Trieste.

 

Ai saluti istituzionali del Presidente dell’Associazione, Sig.ra Lorena Del Gobbo, del Vicepresidente del CTSD FVG, Sig. Oscar Duiz, e delle Autorità, segue il primo dei quattro interventi dell’evento formativo.

 

La presentazione dell’Ing. Laura Castellani, ADM Direttore Organizzazione e Digital Transformation, inaugura i lavori, portando l’attenzione della platea sulla parola “digitalizzazione”. Parola un po’ lunga, difficile, forse per alcuni un po’ ermetica, viene spesso impropriamente utilizzata per designare semplicemente un archivio informatico di documenti cartacei.

 

In realtà la parola ha un significato ben più innovativo. Digitalizzazione descrive, infatti, un nuovo modo di agire, di operare, di pensare. Significa prescindere dal documento cartaceo, sia esso stampato o archiviato in pdf, e virare verso una veste più fluida e snella per dati ed informazioni. Una rivoluzione capillare che ci accompagna nella nostra quotidianità. Progressi che in ambito logistico/portuale prendono, ad esempio, il nome di “Smart Terminal”, “Port Tracking”, “I-Rail”, “Sudoco”, e che nel mondo doganale sono conosciuti come “nuovi tracciati”. Dati smaterializzati, quindi, la cui integrità, essenziale per il buon funzionamento del sistema, non può più essere garantita da tradizionali timbri o firme, ma va tutelata con mezzi adeguati, aventi la stessa “unità di misura”, in altre parole con strumenti di difesa cyber.

 

Ed è, quindi, il secondo relatore, il Dott. Ivano Di Santo, ADSP Mare Adriatico Orientale Responsabile Area Porto Digitale e professore di Cyber Security presso l’Accademia Nautica dell’Adriatico, a raccogliere il testimone e a proseguire nell’esposizione, condividendo con la platea esempi di attacchi informatici che portano la firma di hacker tanto invisibili quanto pericolosi, ubicati in “metaluoghi” che la geografia ignora.

 

Veri e propri crimini commessi da chi, studiando i processi e le operazioni, individua gli anelli deboli della catena e se ne serve per cancellare dati, entrare in conti correnti, violare la privacy, bloccare aziende, creare danni, ricattare, eccetera. E, come spiega brillantemente il Dott. Ivano Di Santo, gli anelli deboli non sono così lontani, gli anelli deboli siamo, potenzialmente, tutti noi.

 

Si tratta, infatti, di privati, imprenditori, impiegati, tutti “vittime” di piccoli (ma costosi) errori, come una password troppo debole, l’utilizzo di un cloud solo apparentemente affidabile, un click di troppo dove non si deve, eccetera. Tutte manifestazioni di una relazione tra persone e strumenti informatici inevitabilmente imperfetta ma sicuramente perfettibile attraverso sviluppo di consapevolezza, formazione e best practice, come sottolineato dal Dott. Ivano Di Santo.

 

E gli spedizionieri doganali, anch’essi protagonisti dell’avveniristico titolo dell’evento, assieme a digitalizzazione e difesa cyber, non sono certo immuni o meno esposti al rischio di attacchi informatici. Tutt’altro. Gestendo, infatti, moltissimi dati nell’ambito della loro attività, possono diventare facile preda di hacker, pirati informatici e, di conseguenza, essere responsabili di inadempimenti e danni verso i clienti che rappresentano ed assistono, come spiega l’Avvocato Bellante nel terzo intervento della mattinata formativa.

 

L’alterazione della casella “regime” in una bolla doganale (anzi, in un tracciato), le manomissioni del campo 47 riservato ai tributi, le modifiche non autorizzate del valore dichiarato o della voce doganale, la perdita o l’illecita diffusione di dati sensibili forniti da un cliente per richiedere, ad esempio, un’autorizzazione AEO sono solo la punta dell’iceberg di ciò che un attacco informatico potrebbe scatenare. Esempi di disastri che potrebbero dar luogo a responsabilità sia contrattuale, per inadempimento delle obbligazioni nascenti da un contratto di mandato o di prestazione d’opera intellettuale, che extracontrattuale, per un fatto illecito dannoso slegato da un contratto fra doganalista e cliente.

 

E che cos’è la responsabilità, in generale, andando oltre il codice civile, se non “abilità nelle risposte”? Un’abilità da coltivare inseguendo il vento del cambiamento, come ricorda il Presidente del CNSD, Dott. Enrico Perticone, tracciando le conclusioni di una proficua mattinata formativa.

 

“Il mondo cambia e la nostra professione cambia in parallelo. L’errore più grave che potremmo commettere è la resistenza al cambiamento, una resistenza ancora forte. Resistenza al cambiamento significa non mettersi in gioco perché lo status quo ci fa stare bene. Una volta abituati ad un certo solco, tentare di uscire da quel solco ci costa sulle nostre abitudini e sulle nostre attività quotidiane”.

 

Un cambiamento che, se da un lato semplifica la forma, dall’altro non banalizza quel contenuto delle dichiarazioni in dogana e, in generale, dell’attività del doganalista. Un contenuto che resta “intriso” di normativa, esperienza ed elevate conoscenze tecniche, marchi da sempre (per sempre) distintivi della figura dello spedizioniere doganale.

Elena Di Benedetto