di Redazione
Circa 60.000 soggetti titolari di partita Iva che non hanno presentato elenchi riepilogativi a partire dal primo trimestre 2015 e che mostrano caratteristiche di apparente inattività riceveranno, a breve, una lettera con cui l’Agenzia delle Entrate li informerà che saranno cancellati dall’archivio Vies. Il Vies (Vat Information Exchange System) è un sistema di scambi automatici tra le amministrazioni finanziarie degli Stati membri dell’Unione Europea: attraverso questo sistema gli Stati membri dell’Unione Europea possono scambiarsi le informazioni relative alle operazioni intracomunitarie intervenute tra operatori commerciali titolari di un numero identificativo Iva.
Le comunicazioni in arrivo sono il frutto di una prima fase di controlli sulla banca dati degli operatori autorizzati a compiere operazioni intracomunitarie. I controlli sui soggetti Iva iscritti nell’archivio Vies avvengono a iscrizione già avvenuta, non essendo più propedeutici all’avvio delle operazioni intracomunitarie: l’Agenzia verifica la regolare presentazione degli elenchi riepilogativi e cancella dalla banca dati coloro che non ne hanno presentato neanche uno per quattro trimestri consecutivi.
L’analisi ha permesso di individuare i contribuenti che si trovano in questa condizione e che riceveranno la lettera di esclusione. L’eventuale esclusione non pregiudica, inoltre, la possibilità di chiedere un nuovo inserimento in banca dati, direttamente in via telematica tramite Fisconline o attraverso soggetti incaricati. I controlli sull’archivio Vies proseguiranno anche nei prossimi mesi.
Il tutto appare però del tutto anacronistico rispetto al nuovo D.l 22.10.16 nr. 193 ed in particolare con riferimento all’articolo 4, comma 4, lettera a) dove, con non certo stupore, leggiamo della soppressione dall’obbligo di comunicazione dei dati sui beni e servizi ricevuti in ambito unionale ( (l’intrastat per capirci).
Sicuramente questa non è una bella notizia per la categoria. Ricordiamo che molti operatori, dopo la forsennata apertura delle barriere doganali, hanno trovato “ossigeno” dalla contestuale compilazione degli elenchi riepilogativi. Se ciò fosse confermato, senza che ci siano altre forme di monitoraggio degli scambi, il tutto rappresenterebbe un’ulteriore difficoltà per la nostra professione.
E’ anche vero che noi tutti invochiamo quotidianamente “semplificazioni” ma guarda caso non riguardano mai noi.. Per un’azienda sicuramente lo è; minori costi, minori incombenze ma purtroppo noi siamo ‘dall’altra parte’. Più che altro lo stupore nasce dal fatto che si sia andato a semplificare forse l’unico aspetto di contrasto alla frode sull’iva intracomunitaria ( di cui tutti noi ne paghiamo poi le spese). Staremo a vedere. Certo è che per qualcuno il 22 ottobre non è stato un gran risveglio…